Il reale e l’ideale nell’insegnamento biblico

Il reale (La farina) e l’ideale (il grano) dell’insegnamento biblico

Con la farina si fa il pane. È sostanza morta ma necessaria alla vita. Il grano invece è cosa viva che può provvedere al presente ma, seminato provvede al futuro.
Per molte tematiche la Bibbia contiene la dottrina necessaria all’immediato che rende possibile la sopravvivenza nel presente, l’insegnamento farina, il realismo.

La Rivelazione contiene anche l’insegnamento ideale quello che maturerà che rinascerà, sarà compreso pienamente e provvederà alle necessità del futuro, l’insegnamento grano

La sostanza di questo discorso è contenuta in poche parole del Cristo.
Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così (matteo 19:8)

L’assenza di legge consentiva al maschio di ripudiare la moglie lasciandola in una terra di nessuno. Mosè ha imposto il rilascio di un documento che consentisse alla ripudiata di rifarsi una vita.
Il rilascio di un documento di ripudio consentiva alla donna un regime di sopravvivenza. Era un insegnamento provvisorio, realistico e triste che tollerava una cultura sessista e maschilista troppo radicata per essere immediatamente superata. La legge del ripudio era quindi un insegnamento farina che migliorava il presente ma entro limiti assai ristretti. L’insegnamento grano era invece inteso a recuperare l’ideale genesiaco del maschio e della femmina creati per unirsi indissolubilmente in una sola carne. Espressione tecnica che nella cultura ebraica della natura dell’uomo significava una sola inscindibile persona.

Sul sermone sul monte Gesù applica a molte altre tematiche la distinzione tra l’insegnamento farina e l’insegnamento grano tutte le volte che dice: Avete udito che fu detto ma io vi dico.
L’apice lo raggiunge con la parabola del figliuol prodigo laddove ribalta in modo totale e radicale la farina mosaica.
Se un uomo ha un figlio caparbio e ribelle…tutti gli uomini della sua città lo lapideranno a morte.. (Deut. 21:18-21)

Con il figliuol prodigo Gesù semina grano buono e addita il percorso della libertà. Il padre della parabola non solo non punisce suo figlio ma lo lascia andare carico di beni non dovuti sperando di riaccoglierlo rinsavito con una gran festa.
E’ un insegnamento fatto di grano pregiato che farà comunque fatica a fiorire nella storia cristiana prevaricata dall’autoritarismo e dalla violenza.

Anche riguardo al ruolo della donna e della sua natura Gesù seminerà il grano della uguale dignità di genere, dell’amore e della libertà. Anche Gesù pratica l’insegnamento farina quando sceglie dodici maschi per rappresentarlo come apostoli, nella convinzione, io credo, che sarebbe stato impossibile alle donne praticare quella forma di apostolato in quelle culture ma, allo stesso tempo semina grano circondandosi di donne, affidando alle donne che non potevano testimoniare la prima testimonianza della sua resurrezione. Elogiando Maria che siede ai suoi piedi per apprendere da discepola.
Ma sono Paolo e Pietro che per realismo evangelistico scelgono l’insegnamento farina sposando i luoghi comuni della cultura tradizionale sulla condizione femminile ma, anche sulla condizione degli schiavi.

In 1P 3:1-2, l’apostolo Pietro afferma: Voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti

Vero è che se i mariti prendono in considerazione le parole a loro rivolte nello stesso contesto, tutto è risolto:

Anche voi, mariti, vivete insieme alle vostre mogli con il riguardo dovuto alla donna, come a un vaso più delicato. Onoratele…
Ma in realtà, in una cultura maschilista è molto difficile ribaltare la prima esortazione con la pur significativa seconda.

Paolo in seconda battuta è assai più forte di Pietro nel messaggio equilibratore rivolto ai mariti:

Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, Efesi 5:25- Ma è assai semplice includere questo grande appello nel paternalismo. Mio padre amava mia madre più di se stesso ma come signore illuminato, come padre padrone vocato al comando da Dio stesso dall’appello precedente:

Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa Efesi 52:22-24

E’ vero che il brano si compone di 214 parole di cui soltanto 53 rivolte alle donne e 161 agli uomini ma, la quantità delle parole non sono in grado di cancellare nell’animo maschilista il triplice comando rivolto alle mogli: Sottomettetevi…Come al Signore!
O ancora: La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio. 1 Timoteo 1:11-12
Paolo, uomo del suo tempo ma anche, autentico profeta, usa l’insegnamento farina ma è anche spinto dallo Spirito a seminare il grano puro delle idealità divine.

La sua testimonianza più fulgida in rapporto a questo doppio binario del suo insegnamento è contenuta nella sua breve epistola a Filemone.

Filemone amico e discepolo di Paolo è un sincero possidente cristiano; nonostante l’incontro con Cristo non si esime dall’avere al suo servizio degli schiavi. Uno di essi Onesimo , forse, cosciente di essere vittima di una pratica ignobile e incompatibile con l’Evangelo, fugge e si rifugia nelle braccia di Paolo.
Paolo, contrariamente a quanto ci aspetteremmo non si scaglia contro l’ignobile pratica della schiavitù, non incoraggia Onesimo alla ribellione ma lo convince a ritornare al suo padrone con una lettera di suo pugno che contiene sia l’insegnamento farina che quello grano. Realismo e utopia in una sola frase:

Te lo rimando…Non più come schiavo, ma molto più che schiavo, come un fratello caro /vers.12,16)

Quel minuscolo chicco di grano della fraternità nel tempo abbatterà la pratica disumana della schiavitù. Con molta lentezza e fatica, tra molte contraddizioni e tragiche eccezioni.

Per ciò che riguarda il razzismo di genere, alla base di ogni comportamento maschile prevaricatorio e violento, l’insegnamento grano di Paolo è in alcune luminose affermazioni:

Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. Galati 3: 26-

Il duplice insegnamento è anche contenuto nei primi capitoli della genesi. L’insegnamento grano: recita: Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina (1:27); quello farina: Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui (2.18)

Il resto lo ha fatto la storia, una storia di prevaricazioni e di violenza che a costi troppo alti, ha però mostrato che l’unica differenza tra l’uomo e la donna è la capacità di concepire. E che l’unica sottomissione necessaria è quella reciproca e all’unico capo della famiglia cristiana, Gesù Cristo.