Conservatori o Liberali?

CONSERVATORI O LIBERALI?
Quasi sempre in ogni gruppo umano esistono conservatori e progressisti; ossia: coloro che temono di perdere l’acquisito e coloro che non lo vogliono perdere ma superare. In numerosi matrimoni e così. Uno in genere tende ad amministrare con oculatezza il comune patrimonio e l’altro magari cerca di svilupparlo, di farlo crescere. Si tratta di due spinte necessarie come le marce della macchina. Serve il freno, la prima ma anche la quarta. Dipende dalle situazioni.
E’ così nella buona politica, è positivo che esista una tendenza alla conservazione ed una al superamento. Nell’ideale queste due spinte contrapposte possono far crescere l’insieme equilibratamente poiché tutto verrebbe fatto dopo riflessioni profonde in grado di evidenziare, per ogni singolo provvedimento, i pro e i contro.
Esistono nella storia politica eccellenti figure sia di destra che di sinistra. Si pensi a intellettuali di destra come Indro Montanelli e di sinistra come Umberto Eco. A politici di destra come Enrico De Nicola e di sinistra come Giuseppe Amendola.
In genere quando si ha a che fare con uomini intimamente democratici, coerenti, capaci di ascolto e di rispetto per l’altro, alla fine gli opposti si ritrovano e le due spinte producono ricchezza umana, sociale, politica.
Il problema non è la divisione destra e sinistra, ma di quale destra e di quale sinistra. Se le due parole sono sostenute da valori autentici: di rigore intellettuale, di onestà, di senso dello stato…La divisione è una ricchezza; se invece si tratta, come purtroppo abbiamo molto spesso sperimentato, di foglie di fico, allora siamo al disastro.
E’ normale che nella chiesa vi siano conservatori e progressisti; ciò arricchisce la chiesa, la fa crescere e vivere al passo con i tempi senza nulla rinnegare di ciò che va conservato.
La chiesa non può che conservare il patrimonio ricevuto ma allo stesso tempo, non essendo questo perfetto, non può che rinnovarlo.
I problemi nella chiesa non nascono dal fatto che vi sono tradizionalisti e progressisti – ciò è ricchezza – ma dal fatto che entrambi vivano o meno i valori comuni dell’onestà intellettuale, della veridicità, del rispetto reciproco, del valore dei fatti, dell’ascolto dell’altro. Si tratta di valori che non hanno connotazioni di parte. Sono la base del vivere comune.
L’insolenza, la maldicenza, la facile condanna, l’ignoranza di matteo 18, l’assenza di ascolto, il fastidio per il confronto, la presunzione…Non sono elementi conservatori, tradizionalisti né sono elementi progressisti. Sono semplicemente disvalori, tumori del sano vivere.
Io non so se sono un conservatore o un progressista. Ciò che so è che nella mia esperienza ho fraternizzato e fraternizzo con gioia, ho collaborato e collaboro con gioia con fratelli che è possibile definire conservatori.
Essendo molto l’amore e il rispetto reciproco mi permetto di citare due laici avventisti conservatori che stimo enormemente: Alvaro Lautizi della chiesa di Bracciano e Franco Roberto della chiesa di Cosenza. La mia stima nei loro confronti mai è diminuita anche quando li ho visto non condividere delle mie visioni poiché sono conservatori si ma, nella franchezza, nell’onestà, nell’ascolto, nel rispetto, nel rifiuto della maldicenza, nella lealtà.
Ricordo un pomeriggio a casa Roberto. Franco era assai risentito con noi dirigenti dell’Unione riguardo alcune problematiche. Fu durissimo nella sua analisi. Io non ero d’accordo con lui ma in nessun momento mi sentii ferito perché parlava col cuore e sentivo che mi voleva e ci voleva bene pur nel contrasto della visione. Perché sentivo che parlava di quello che sapeva, senza insolenza né presunzione.
Una persona che ti tira sassate senza che tu neppure lo sappia magari su FB, che beve senza verifica maldicenze pesanti e le divulga, che irride senza alcuna competenza alle tue analisi a prescindere da ogni verifica, che giudica le intenzioni senza rimanere ai fatti, fossero pure fatti del papa, che sputa fiele su persone che non conosce, non è un conservatore né un progressista, è semplicemente una persona che ha bisogna prima che di conversione cristiana di conversione civile.
Gianna Lazzoni