I capelli solidali


I capelli di una bimba e il pozzo di Giacobbe.

Seattle, dello stato di New York, è una città americana arricchita dalla Boeing e da Bill Gates che vi ha installato la Microsoft. Anche gli industriali del caffè vi hanno trovato l’ambiente adatto per impiantarvi miriadi di piccoli e grandi impianti di tostatura tanto che in certe zone, più che ossigeno, si respira aroma di caffè.

Alla periferia di Seattle. In una villetta a schiera con il pratino verde davanti e dietro il cortile con il garage e canestro da basket, vive una tipica famiglia americana della media borghesia tutta casa lavoro e chiesa. La famiglia Beckwith.

Rachel è la figlia minore, ha occhi blu, un sorriso dolce e capelli biondicci che ama tenere assai lunghi e infiorire di margherite. Ha una cameretta tipica dei ragazzini americani che paiono astronavi infarcita di occhi elettronici.

Rachel ama molto i suoi riccioli sino al giorno che sente in chiesa parlare di un organizzazione, la Locks of Love, che chiede in offerta capelli da barattare con parrucche per i bambini malati di tumore. Rachel ha cinque anni ed è fiera dei suoi mille boccoli ma chiede ai genitori d’essere rapata a zero per donarli. “Tanto i miei ricresceranno”, dice. E infatti i capelli ricrebbero folti e lunghi. Rachel li tiene per un po’, poi li offre ancora e non si vergogna di andare in chiesa e a scuola con la testolina scoperta come un melone bianco.

Rachel a nove anni mangia con gusto sandwiches e computer. Sa di Facebook e di Twitter. Secondo molti, queste diavolerie moderne producono folle di ebeti ma in realtà si tratta di canali che trasportano di tutto e, ognuno secondo la sua formazione e le sua bussola etica, vi prende ciò che decide di prendervi.

E infatti Rachel, la cui sensibilità verso la sofferenza e le privazioni degli altri non fanno che crescere, all’età di nove anni se ne inventa una delle sue. Sempre in chiesa scopre «Charity: water», una ONG che scava pozzi nelle zone più aride e assetate dell’Africa. Decide allora di offrire i mezzi per produrre almeno un pozzo. Necessitano trecento dollari e Rachel si mette all’opera sfruttando i canali che il web le offre e il suo compleanno.

Chiede ai genitori di non fargli un regalo ma di destinare la sommetta del regalo a «Charity: water». Poi invita gli amici on line ad aiutarla con i loro regali a raggiungere 300 dollari. Sul suo sito c’è ancora la sua pagina: «Per piacere aiutatemi. Ai donatori manderemo le foto dei pozzi e le coordinate geografiche tratte da Google Earth. Il mio obiettivo è raccogliere 300 dollari».

I suoi amici concorrono ma non sono troppi e troppi, anche se meno dei bisogni, sono gli appelli simili. Il 23 luglio, Rachel è felice, viaggia in macchina con si suoi genitori per una delle immense autostrade intorno a Seattle, sono trascorsi soli 31 giorni dal suo compleanno, e i dollari arrivati son ben 280. Ora giungono assai diradati ma Rachel è convinta di farcela a strappare altri venti dollari ai MacDonal dei suoi amici del web. Ma un camion, uno di quegli immensi bufali della strada dai grandi alti tubi di scappamento di lucido acciaio, nel superare la sua auto sbanda e travolge l’auto dei suoi. Nello schianto tremendo solo Rachel muore.

L’angelo biondo, che giocava su Facebock e su Twitter ma, che aveva inciso nel cuore i bambini malati di cancro e le donne africane che ancora vanno ai pozzi lontani come la samaritana, giaceva li nell’ auto fracassata come una bambola di pezza insanguinata dai capelli lunghissimi e folti.

Non so, nell’immenso dolore, cosa hanno pensato i suoi genitori? Se come Agostino hanno detto al Signore: “Non ti ringraziamo perché ce l’hai tolta ma per tutto il tempo che ce l’hai data!”, oppure altro.

Quello che è sicuro, è che la più terribile delle manifestazioni del male che è nel mondo e che li ha raggiunti in maniera inaccettabile, non li ha distolti dal considerare questo cammino terreno come da spendersi “nel solco dei bisogni umani” (Ellen G. White).

Allora, hanno ridonato i suoi splendidi capelli a Locks of Love e sul web hanno comunicato che il progetto dei 300 dollari continuava.

Di dollari ne sono arrivati un milione e duecentomila.  (https://archive.charitywater.org/rachels-gift/)

Amo pensare che nel giorno della resurrezione, Rachel sarà attorniata da bambini che scuoteranno riccioli biondi e da mille mamme africane vestite d’arcobaleno.

 

 

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