Fratelli di altre chiese e chiese sorelle

 

Fratelli di altre chiese e chiese sorelle

Di Rolando Rizzo

Non ho alcun dubbio che viviamo l’ultima epoca della storia umana né che essa è iniziata biblicamente nel 1844.

I segni predetti che lo provano per me sono soltanto tre contenuti in tre testi che  hanno radici e rami nell’intera Rivelazione biblica. Gli altri, evocati spesso e impropriamente paragonati ai germogli primaverili del fico (guerre,carestie,  immoralità…), appartengono alla distruzione di Gerusalemme e al tempo tra le due venute.

I tre segni, l’ultimo dei quali soltanto è pienamente compiuto, sono per me i seguenti:

E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine. Matteo 24:14

Le nazioni si erano adirate, ma la tua ira è giunta, ed è arrivato il momento di giudicare i morti, di dare il loro premio ai tuoi servi, ai profeti, ai santi, a quelli che temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di distruggere quelli che distruggono la terra. Apocalisse 11:18

Egli mi rispose: «Fino a duemilatrecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato. Daniele 8:14

Non ho nemmeno alcun dubbio che i tre angeli di Apocalisse 14:6-12 simboleggiano un movimento di predicazione universale che riguarda l’ultima epoca della storia umana. Sono felice che i nostri pionieri si siano identificati in quella missione.

Il clou esistenziale spirituale di Apocalisse 14, valido per ogni epoca ma, particolarmente per l’epoca finale, un cavallo di battaglia avventista, è certo costituito dai versetti 9-10,12:

Seguì un terzo angelo, dicendo a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano… egli pure berrà il vino dell’ira di Dio…. Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù. Apocalisse 14:9-10,12.

Non ho nemmeno alcun dubbio sull’interpretazione storica avventista che vede nel cristianesimo apostata il potere rappresentato dalla bestia, nel mutamento del decalogo, un segno di arroganza e di apostasia, e nella volontà di imporre per legge la propria visione del mondo, facendo propria la persona umana, marchiandola spiritualmente come si faceva con gli schiavi e il bestiame, che sia un carattere dominante del 666.

I dubbi che ho non riguardano lo schema tradizionale di fondo che considerò solido ma il rifiuto del suo sviluppo, del suo aggiornamento in rapporto ai fatti e alla  corso degli eventi che si dimostrano sempre più variegati e complessi di quanto si fossero immaginati, prima che  da predizioni diventassero storia.

E’ già accaduto con le profezie messianiche, accade con le profezie escatologiche.

Nessuno, sulla base delle profezie messianiche ha riconosciuto pienamente Gesù e la sua missione. L’attesa messianica era spasmodica quando Gesù venne e, a prima vista, qualcuno sembrò riconoscerlo ma nonostante che il Signore si identificasse con Isaia 53 nessuno lo capi e comprese la complessità della sua missione. Nessuno vegliò davanti alla tomba per vivere in diretta la sua annunciata resurrezione. I due sulla via di Emmaus e gli altri compresero pienamente le predizioni scritturali solo quando esse divennero storia compiuta.

Tutti gli autori del Nuovo Testamento compresero le Scritture a fatti compiuti.

I nostri pionieri che interpretarono Matteo 24 e Apocalisse 14 hanno compiuto un’opera straordinaria ma, nessuno di loro ha immaginato la lunghezza e la  complessità del mondo a venire; anche se, nei fatti, realizzando le istituzioni che fanno grande l’avventismo oggi, non hanno avuto le certezze che parevano avessero sulla brevità del tempo.

Io credo che oggi la realtà ci obbliga a degli aggiornamenti dettati dai fatti e dai testi meglio approfonditi:

 

 1 – Il marchio della bestia

Nella visione più popolare e schematica assume il marchio della bestia chi osserva la domenica pagana invece che il sabato biblico accettando con ciò l’autorità che si è arrogata chi ha avuto l’ardire di riscrivere il decalogo scolpito “dal dito di Dio”!

C’è stato un lungo tempo in cui questa arroganza ha usato il braccio secolare per imprigionare, torturare e uccidere chiunque rifiutasse questa autorità. E quel tempo, pur se per breve periodo, ritornerà.

Questa visione e per me vera nei suoi concetti di fondo ma riduttiva del testo biblico su cui si fonda e spesso grossolana e antievangelica in molte sue applicazioni.

 

Riduttiva del testo biblico

Questa visione è riduttiva quando limita la tematica del brano in questione al solo decalogo,  al solo sabato, alle forme dell’osservanza sabatica.

Giovanni quando parla dei poteri avversi a Dio che “marchiano sulla fronte (si appropriano del pensiero) e sulla mano (si appropriano dell’agire)”, come spesso fa, non crea questa immagine ma la mutua pari pari  da un brano centrale all’Antico Testamento che evoca l’intera Rivelazione divina:

 Questi sono i comandamenti, le leggi e le prescrizioni che il SIGNORE, il vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi… Ascoltali dunque, Israele, e abbi cura di metterli in pratica…Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE…Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze. Questi comandamenti che oggi ti do, ti staranno nel cuore; Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi. Deuteronomio 6:1-8

Il brano che Giovanni evoca comprende certo il decalogo e il sabato ma riguarda soprattutto l’intera rivelazione divina, forse il concetto stesso di Rivelazione, all’epoca prerogativa del solo Israele. Solo Israele professava un Dio rivelato, innamorato che cerca l’uomo, lo chiama, gli rivela i sentieri del vita e del bene, lo conduce. Non esiste un salmo 23 in nessun testo religioso dell’antichità.

Si può essere marchiati perciò, o suggellati, non per colpa o in virtù del soggetto sabato soltanto ma, quando consciamente si cede a vivere secondo criteri che rigettano la rivelazione divina, contro il bene secondo Dio o rifiutandosi di compiere il bene che saremmo capaci di compiere.(Giacomo 4:17).

Quando Gesù in Matteo 25 evoca i criteri divini del giudizio non fa alcun riferimento al sabato, alla visione della natura dell’uomo, alla corretta celebrazione dei riti ma, ai contenuti e alle finalità del sabato, ai contenuti e alle finalità della visione biblica della natura dell’uomo, ai contenuti e alle finalità di ogni rito:

“Allora il re dirà a quelli della sua destra: “Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v’è stato preparato fin dalla fondazione del mondo.

Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste;

fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi“. Matteo 25:34-36

 Gesù era Signore e osservatore del Sabato, ha istituito i riti, credeva nella Resurrezione dei morti e non nella dottrina pagana dell’anima immortale con i suoi orridi purgatori e inferni… Ma nulla cita di tutto ciò sui criteri del giudizio finale non perché fossero cose poco importanti ma perché alla fine, ciò che rimane è ciò che ogni autentica verità dottrinale biblica persegue ed esprime: l’amore e la giustizia verso l’uomo, soprattutto se piagato dalla vita.

“La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo.” Giacomo 1:27

 “Lo scriba gli disse: «Bene, Maestro! Tu hai detto secondo verità, che vi è un solo Dio e che all’infuori di lui non ce n’è alcun altro;  e che amarlo con tutto il cuore, con tutto l’intelletto, con tutta la forza, e amare il prossimo come sé stesso, è molto più di tutti gli olocausti e i sacrifici. Gesù, vedendo che aveva risposto con intelligenza, gli disse: «Tu non sei lontano dal regno di Dio»” Marco 12:32-33

Il massimo nella religiosità  si realizza quando il credente comprende e vive assieme la forma di ogni rivelazione biblica, di ogni dottrina da essa ricavata, le sue finalità, tutte le sue implicazioni.

Tutto ciò però nella sua pienezza non esiste ed è solo la grazia che riempie i vuoti cognitivi e comportamentali di ogni chiesa, da quella costituita dai dodici a quella dei tremila della pentecoste.

E, inoltre, i comportamenti umani, nel bene e nel male, non sempre sono consequenziali alle dottrine che si credono. Esempio: chi osserva il sabato dovrebbe essere spiritualmente e fisicamente più riposato degli altri. Non sempre accade. Chi crede nell’inferno, dovrebbe essere tendenzialmente un essere insensibile e crudele. Io invece conosco persone che credono nell’inferno e che inorridirebbe se anche soltanto si malmenasse un cane cattivo.

L’idea secondo cui noi avventisti che osserviamo il decalogo per intero e abbiamo fede in Gesù (la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.) abbiamo l’intera verità e perciò siamo usciti da Babilonia e abbiamo rifiutato il marchio della bestia, è illusoria e falsa. Non certo a causa dell’onore che portiamo all’integrità del decalogo e del sabato in particolare ( che predico e vivo da 50 anni) che continuerò a predicare e a vivere sino a quando avrò vita.

E’ un’idea falsata dalla mancata coscienza della limitatezza umana che è sempre incapace di accogliere tutto i consiglio di Dio. Limitatezza che si esprime negli individui come nelle collettività. Verità evidenti agli uni risultano incomprensibili ad altri, nelle forme della religione e soprattutto nella sua sostanza.

Ritenere che tutta la verità sia contenuta e possa scaturire intera ad una collettività  dalla pur stupenda formula: “I comandamenti di Dio e la fede in Gesù” sino ad affermare di avere tutta la verità non è una  visione lontana dalla visione papista che abbiamo sempre combattuto.

Vinet, nell’800, scriveva che la “Verità è Dio”, e Dio è infinito.

 

La storia pullula di esempi che dovrebbero renderci umili nei confronti dei credenti di altre comunità ma anche delle numerose e serie confessioni sorelle per cui la figura di Cristo e l’autorità della Parola sono centrali nelle loro confessioni di fede e nel loro vivere. E non soltanto perché in esse vi sono credenti sinceri ma poiché esse, come confessioni sono sincere, sono nostre confessioni sorelle anche se non hanno scoperto nella Bibbia verità che noi abbiamo il dovere e il privilegio di continuare a vivere e a predicare per noi e per loro.

Ma anche e soprattutto perché, talvolta, se confessioni sorelle sono stati impermeabili a verità bibliche che a noi sembrano evidenti, noi siamo stati e siamo altrettanto impermeabili a verità bibliche che sono evidenti, che altri hanno perseguito, perseguono e che riguardano la sostanza e le finalità del sabato e della natura dell’uomo.

Noi abbiamo allo stesso tempo il dovere di considerare numerose comunità comunità sorelle, che camminano verso il regno di Dio pur perseguendo percorsi in parte diversi; abbiamo il dovere di imparare da loro ciò che è cristico ma non ha raggiunto la nostra sensibilità collettiva e, allo stesso tempo, abbiamo il privilegio e il dovere di continuare a testimoniare il privilegio del sabato, della temperanza, dell’immortalità condizionata e di qualunque altra verità che la loro sensibilità non ha sin qui compreso e accettato..

La grande storia come la piccola, se presa in considerazione, può insegnarci molto su questa questione. Ne cito solo pochi esempi scelti tra i più eclatanti.

 

Alberto Long, avventista, rischiò la vita per non imbracciare un fucile. Lo ricordiamo con orgoglio. Ma, successivamente i nostri avventisti tedeschi (per i quali era forte lo slogan: I comandamenti di Dio e la fede in Gesù) nulla capirono del regime satanico che si stava esprimendo nella culla del protestantesimo. Molti di loro si convinsero che quel regime (i cui presupposti e progetti erano tutti contenuti nel Mein Kampf  stampato nel 1925) avrebbe salvato la loro patria e beneficiato il mondo per cui autorizzarono i nostri giovani a sostenerlo e a combattere per lui. I riformisti poco capirono anch’èssi di cosa stava accadendo, rifiutarono di usare le armi ma non per opporsi all’immane tragedia che stava per distruggere l’Europa e all’ideologia satanica che ne era la base.

In alcune chiese avventiste italiana (La Spezia ad esempio) si sono visti pastori avventisti tedeschi missionari in Italia indossare con orgoglio la divisa del Terzo Reich.

Un certo Dietrich Bonhoeffer che non conosceva né il sabato né la riforma sanitaria capi invece tutto, organizzò una resistenza è pagò con l’impiccagione il suo sottrarsi ad essere” marchiato sulla fronte e sulla mano” non riguardo alla forma del sabato ma alle sue finalità e sostanza. “Il sabato è stato fatto per l’uomo.”

Dopo poco che ero approdato a Villa Aurora, fu impiegata un precettrice sud Africana della Sud Africa bene, come si suol dire. Era una donna generosa che molto fece per la nostra istituzione eppure condivideva l’Apharteid e affermava tranquillamente che i negri andavano trattati con umanità ma era bene che restassero privati dei diritti civili, nel loro paese, nella loro terra colonizzata! Proprio in quel tempo si consumarono vere e proprie stragi di regime verso chi chiedeva l’emancipazione.

Al primo raduno AUDA che organizzai a Bellaria di Rimini, uno dei massimi dirigenti della nostra divisione, persona che ho stimato in vita e che stimo in morte, affermò davanti a 100 universitari italiani:  “E’ giusto che ai negri siano riconosciuti i diritti civili ma, noi avventisti non possiamo mescolarci (ricordò come oggi, usò la parola melè) in queste lotte…Il nostro compito è un altro!” Nessuno di noi si indigno per simili dichiarazioni anticristiche pur pronunciato da un uomo di Dio e condivisi dai vertici mondiali dell’opera.

Nel frattempo, il “metodista” Nelson Mandela, durante un processo che lo condannò all’ergastolo ebbe il coraggio di dichiarare:

“Sono pronto a pagare la pena… Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l’apice delle proprie aspirazioni. Niente può distogliere loro da questa meta. Più potente della paura per l’inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni, in questo paese…non ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la mia innocenza e che i criminali che dovrebbero essere portati di fronte a questa corte sono i membri del governo.

Tra i posteri oggi che esaltano Mandela c’è il oggi nostro presidente Wilson che scrive:

“La chiesa cristiana avventista a livello mondiale si unisce agli abitanti del Sudafrica e al lutto mondiale per la scomparsa di Nelson Mandela. La sua vita di perdono e di riconciliazione serva da faro per un mondo troppo spesso avvolto dalle tenebre della rappresaglia, dell’odio e della malvagità.”

Ci si unisce al popolo negro martoriato del sud Africa, oggi che è libero e che Mandela è morto, ma ce ne siamo tenuti abbastanza lontani quando Mandela era in carcere e i suoi confratelli venivano massacrati. Quando un giovane che si fosse innamorato di una ragazza di colore finiva in prigione.

Non sto denigrando la mia chiesa, quella che servo da 50 anni e che voglio continuare a servire ma sto cercando semplicemente di contribuire a farla uscire dagli slogan e renderla umilmente sempre più cosciente che siamo “vasi di terra” nella teoria e nella prassi, che abbiamo tanto da offrire ma,  abbiamo anche tanto da imparare. Che noi come gli altri facciamo fatica ad incarnare tutto il consiglio di Dio.

E’ accaduto la stessa cosa negli Stati Uniti dove sino a ieri c’erano fontanelle “vietate ai cani e ai negri”, un uomo di colore non poteva essere ricoverato in un ospedale bianco e se un giovane forte e sano entrava in un autobus, una donna anziana e stanca doveva cedergli il posto anche se aveva pagato lo stesso biglietto, per legge.

Nel frattempo i nostri fratelli si occupavano d’altro, certo di nobili cose, ma guardavano soprattutto nel futuro alla trinità apostata che avrebbe marchiato la fronte e la mano, nel futuro!

A nessuno vennero in mente testi biblici da scuotere le montagne:

Isaia 58:6 Il digiuno che io gradisco non è forse questo:

che si spezzino le catene della malvagità,

che si sciolgano i legami del giogo,

che si lascino liberi gli oppressi

e che si spezzi ogni tipo di giogo?

Nessuno ha pensato che questo testo precede non è successivo ad uno dei testi più forti sul Sabato?

Isaia 58:13 Se tu trattieni il piede dal violare il sabato, facendo i tuoi affari nel mio santo giorno; se chiami il sabato una delizia e venerabile ciò che è sacro al SIGNORE;  se onori quel giorno anziché seguire le tue vie e fare i tuoi affari e discutere le tue cause, ..

 

Testi, che riguardano il marchio satanico pronto a cauterizzare le coscienze di ogni epoca e luogo, che noi avventisti non vedemmo nonostante “I comandamenti di Dio e la fede in Gesù” e che invece altri scorsero: i riformati intorno a Dietrich Bonhoeffer, I battisti intorno a M. Luther King, il “metodista” Mandela… che lottarono, subirono imprigionamenti, maltrattamenti, uccisioni… Ma infine realizzarono l’ J have a dream che ha portato Obama alla Casa Bianca.

 

La nostra chiesa, in maggioranza, oggi come ieri, poco si interessa dei problemi collettivi; venisse un nuovo Hitler, la maggior parte non se ne accorgerebbe proprio perché troppi si vantano di non leggere i giornali e di disinteressarsi di politica e di ecumenismo. La presenza avventista a iniziative pubbliche ecumeniche o civiche è mediamente nulla. E’ la premessa naturale per accogliere poi i volponi di turno. Nella Gerrmania di Weimar, gli avventisti credevano di sottrarsi con le osservanza al marchio della bestia e si ritrovarono con la divisa del Terzo Reich. Potrebbe accadere oggi la stessa cosa. In piccolo è già accaduto.

E’ accaduto a molti avventisti argentini, certamente agli studenti del Plata che si schierarono con i criminali al potere che per sviare l’opinione pubblica dai loro crimini e dalla loro incapacità, nel 1982 assaltarono quattro isole pietrose come le Falkland. Loro che erano a capo di uno stato che aveva metà degli abitanti dell’Italia e un territorio circa due terzi dell’Europa.

Per molte ragioni non posso non considerare il cattolicesimo una chiesa sorella. Ma non posso fare a meno di constatare quanti cattolicesimi convivono nello stesso immenso arcipelago che è l’universo cattolico.

Era cattolico Oscar Romero. Ha speso però la vita a combattere a mani nude, rese forti dal solo vangelo, i poteri criminali legali come i latifondisti sud americani dotati di milizie personali, tollerati dalla stato, che assoggettavano affamandole intere popolazioni e trucidandole impunemente quando queste si ribellavano. Anche lui fu trucidato, in chiesa, colpito alle spalle durante una celebrazione.

Uomini simili furono  i cattolici Paolo Borsellino, don Puglisi, don Peppe Diana…

Nessuno di loro ha ricavato dal Vangelo l’importanza del Sabato. Ma veramente posso considerarli marchiati sulla fronte e sulla mano dalla bestia apocalittica?  Se ignari della forma del comandamento ne hanno però vissuto e incarnato le finalità e la sostanza come nessuno ci è riuscito in Calabria, in Puglia, in Campania, in Sicilia?

Queste considerazioni non sminuiscono in nessuna misura il mio amore profondo per il messaggio avventista né la mia gioia dell’appartenenza Non sminuiscono né la bellezza del Sabato né di alcuna dottrina avventista.

Non vogliono nemmeno contraddire la profezia apocalittica e Whitiana di un tempo in cui il potere papale e il protestantesimo apostata costituiranno un unico potere autoritario. Si tratta solo di aspettare umilmente i fatti e di vedere al momento opportuno quali cattolicesimi e quali protestantesimi realizzeranno tutto ciò.  Embrioni di questa natura ne esistono già: Gli aderenti al KU Klux Klan, I levevriani, gli esponenti più estremi della destra evangelica americana… Se potessero, realizzerebbero un nuovo Medio Evo. Per ora però sono infime minoranze; quando cresceranno vedremo e reagiremo. Per il momento, stiamo ai fatti e non abbiamo paura di collaborare a progetti buoni con chiunque li persegua. Nessuna delle comunità aderenti alla FCEI ha alcun carattere che possa accomunarli al potere totalitario ultimo previsto dalle profezie whitiane e prima ancora apocalittiche.

 

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