Quel Tizio è un depravato

Lo sai che quel tizio è un depravato.   Racconto pedagogico centrato su personaggi realmente esistenti.

 

 

Manuela e  Simona non erano amiche. Troppe le loro diversità. Simona era, come si sul dire, un’intellettuale. Laureata con 110 e lode sia in scienze politiche che in teologia, pur avendo dovuto rinunciare ad una propria carriera, leggeva molto soprattutto di notte ed era difficile affrontare con lei un argomento di attualità sul quale non fosse informata.

 

Aveva sognato tanti progetti prima di innamorarsi di un coetaneo che frequentava la sua stessa comunità di fede e aveva la sua identica vocazione. Si era fidanzato con lui e con lui aveva frequentato con successo la medesima facoltà teologica. Si erano poi sposati ancora studenti lavoratori, ma era loro caduta tra le braccia un unico figlio adorabile ma disabile che costituì subito per lei una carriera alternativa, dolorosa e impegnativa.

 

Era comunque un donna realizzata e serena che faceva fatica a passare del tempo con Manuela perché Manuela costituiva per lei un peso spesso insopportabile, un costante fastidio un motivo regolare di imbarazzo. Pur desiderandolo fortemente non riusciva però ad allontanarla da sé perché quella che le si proponeva come amica, anzi che si considerava una sua grande amica, era una donna buona, generosa, affettuosa che, inoltre, adorava ricambiata il suo sfortunato erede.

Molte volte aveva deciso di troncare quella relazione che la spossava; ma purtroppo viveva nella stessa palazzina, giusto un piano sotto e ogni volta, davanti a lei rimaneva soggiogata dal suo affetto e dalla sua generosità .

Manuela era una donna ignorante. Non solo perché non aveva studiato, ma anche perché, e per motivi che solo Iddio conosce, era priva del buon senso intuitivo di cui sono provvisti molti esseri umani che hanno avuto scarse frequentazioni accademiche ma hanno saputo leggere con umiltà e ascolto la vita.

Manuela non conosceva l’ascolto, parlava incessantemente e tutto giudicava bollando chiunque le capitasse a tiro rosa da un’invidia bonaria, ma volgarotta e corrosiva.

Nei fatti sarebbe stata generosa con tutti, e lo era quando qualcuno le capitava vicino, ma appena questi si allontanava di qualche metro sparava raffiche di giudizi impietosi.

Manuela parlava molto e male degli altri soprattutto se stavano bene moltissimo e bene di sé; pareva che l’universo mondo l’adorasse ritenendola universalmente indispensabile.

Aveva due figli Manuela; due bravi ragazzi che vivevano una vita del tutto normale, ma lei ne decantava ogni respiro e soprattutto le loro relazioni amicali, neppure lontanamente sospettando che quella continua esaltazione potesse dar fastidio a Simona che di figli ne aveva uno solo, spesso troppo solo e malato.

 

Simona, un afoso giorno di luglio si era recata in banca che trovò affollatissima; non se ne dispiacque perché il suo ragazzo avrebbe avuto quel mattino la compagnia di un amico, la sala d’aspetto della banca aveva poltroncine assai comode e l’aria condizionata funzionava alla meraviglia che pareva ricreare la frescura di un’alba di primavera. Tirò fuori dalla borsetta un piccolo libro dalla copertina rossa e cominciò a leggere. Era uno bel romanzo quello che stava leggendo e come sempre vi si immerse con la rara concentrazione che era capace di avere. Era solo disturbata dal “ding” del cambio dei numeri sul display, ma era tranquilla che lei aveva il 224 e stavano servendo il 25.

Ad un certo punto sentì la voce di un impiegata che gridò: “Quelli che sono qui per il pagamento delle tasse sul reddito vengano tutti alla cassa numero uno, saranno serviti progressivamente in base al numero già preso”!

Davanti alla numero 1 si formò immediatamente una fila ordinata.

Simona stava per riprendere il romanzo ma venne prima sorpresa da un profumo delizioso ma assai forte poi dalla voce che non avrebbe voluto davvero sentire, anche perché annullava quella di Cesare Pavese.

“Ciao Simona !- disse Manuela euforica sedendole accanto- meno male che ci sei tu, le file mi annoiano a morte, ma almeno si chiacchiera un po’”!

“No Simona, le file non mi annoiano mai perché ho la mia soluzione”! disse mostrandole il libro.

“Libri, libri, hai sempre libri in mano tu, come mio marito, ma non lo sai che La filosofia è quella cosa che con la quale o senza la quale la vita rimane tale e quale?

“Manuela, ti ho detto tante volte detto che quest’aforisma è una solenne scemenza”!

“Ma dai che scherzo, te sei troppo seria”!

Ma Manuela non scherzava poi tanto.

Simona guardò Manuela sorridente, quasi per scusarsi della reazione un poco troppo stizzita. Anche Manuela sorrise. Era bella Manuela, peccato che avesse quaranta anni e vestisse come una quindicenne.

Simona depose il libro nella borsetta, ormai c’era Manuela. Iniziò il diluvio di parole che l’avrebbero stordita. Seguiva a fatica quasi appisolandosi, ma seguire con attenzione non era necessario, Manuela sapeva solo parlare.

“Ma che fai, ti sei addormentata? –disse Manuela ridendo – povera gioia, devi essere tanto stanca.

“Ah, ah, scusami, sai stanotte ho dormito poco, Giulio è stato piuttosto male!

“AH, meno male, mi fa piacere!

Manuela voleva molto bene a Giulio, ma presa da quello che voleva dire comprese altro per cui, indicando con gli occhi l’ultimo della fila alla cassa numero 1 disse:

 

“Lo vedi quel tipo? L’ultimo della fila, quello con la giacca marrone, quello più alto di tutti’ Lo conosco sai, è il figlio unico di una famiglia che conosco? Non sembra ma, è un depravato!

Appena terminata la frase, la direttrice che prima aveva invitato i contribuenti a far fila davanti alla cassa 1, chiese l’attenzione battendo le mani:

“Signori sono desolata, i computer sono bloccati. Credo ci vorrà almeno una mezzora per ritornare alla normalità. Chi può aspettare aspetti, altrimenti, domani. Chiedo scusa, mi dispiace”!

Seguì un brusio lamentoso e una parte dei presenti lasciò l’ufficio smoccolando. “Il depravato deciso ad aspettare andò a sedersi proprio sulla poltroncina accanto a Simona che l’annuncio aveva liberato.

“Che bell’uomo, pensò Simona. Era un quarantenne snello, capelli e occhi grandi neri, un sorrido luminoso, alto almeno un metro e ottanta, elegante nella sua giacca scura su jeans Raffinati”.

Prima di sedersi, fissò Simona:

“Signora, posso”?

“Ma certamente, si accomodi” – Il depravato simpaticamente:

“In questo paese di evasori, si fa fatica a pagare le tasse anche se si vuole!

 

Ne nacque un dialogo sulle tasse al quale si unirono altri due signori che avevano idee contrarie. Sernafolice era un paesone con una tradizione contadina di bonarietà e socievolezza. Si chiacchierava molto nei negozi, sull’autobus, negli uffici postali, dovunque.

il bel quarantenne sostenne la necessità di pagarle e che non pagarle, in parte o in toto, significasse rubare alla comunità.

Nonostante la serietà dell’argomento, il dialogo si svolse in un clima allegro, amicale.

Simona guardò l’orologio, si stava facendo tardi. Si scusò con gli amici improvvisati, ma proprio doveva tornare a casa.  Si alzò, salutò tutti con un cenno della mano e fece per andarsene, ma il signore di cui Manuela conosceva i segreti, si alzò in piedi e ringraziò Simona:

“Grazie signora della deliziosa conversazione”!

 

Appena in strada si diresse frettolosa alla macchina, ma Manuela le fu subito addosso:

 

“Non me lo dai un passaggio? E poi non vuoi sapere di quel tipo!?

Simona senti un’irritazione forte occupargli il cervello e le venne da dirle:

“No, il passaggio non te lo do perché ogni volta che ti incontro mi sei un peso sull’anima: non ti sopporto, non sono tua amica, vorrei non averti come vicina, che se voglio sapere i fatti degli altri compro le riviste cretine che compri tu…

Poi come sempre sentì la voce del dovere cristiano, la necessità di aiutare i deboli, il dolore che avrebbe provato a vedere quella donna mortificata e offesa. Prevalse allora l’amore, ma, comunque:

“Si vieni, la macchina è qui vicino, ma di quel tizio ne so abbastanza”.

Non era ancora riuscita a tirarsi la cintura di sicurezza che Manuela torno alla carica:

 

“Ah, lo conosci, e cosa sai…Da quando lo conosci?

“Da stamattina, non hai visto che è venuto a sedersi accanto a me?

“Vabbè, avete parlato più o meno dieci minuti, cosa vuoi conoscere?

“Almeno quattro cose importanti: primo, è una persona simpatica e intelligente perche sa dialogare simpaticamente; secondo, è capace di ascoltare; terzo, è un gentiluomo, mi ha chiesto se poteva sedersi nonostante fosse un suo diritto, quarto, ritiene doveroso pagare le tasse nel paese più evasivo d’Europa. Ti sembra poco? Fossero tutti come lui, l’Italia somiglierebbe al paradiso terrestre.

“Ma è gay, è un depravato!

Simona sapeva perfettamente che la sua incapacità di contenere l’indignazione su alcuni temi contraddiceva la sua professione di credente, ma ci stava lavorando.

Sul tema, nel leggere e sentire certe cose le veniva sovente voglia di gridare di insultare perfino. Non riusciva proprio a capire come fosse possibile che dei lettori dei Vangeli potessero sentirsi a proprio agio nel collocare nell’inferno dei depravati gli omosessuali e, ancor peggio, fieri di negare loro i diritti civili.

Simona si indignava perché, comunque la si pensi, essi vivono il dramma del bisogno d’amore che tutti viviamo e compiono pratiche che riguardano la sfera privata degli adulti consenzienti.

Non riusciva a capire come fosse possibile che questi giudizi sommari non tenessero in alcun conto neppure la complessità del problema. Non comprendeva come degli evangelici si associassero così facilmente, al cattolicesimo medievale più becero, alle teocrazie del passato, a tutte le grandi dittature della storia, al Nazismo, che non considerava depravazione infornare esseri umani a milioni, ma considerava l’omosessualità un pericolo sociale.

Non riusciva proprio a digerire che tutto questo venisse attribuito all’autorità della Bibbia e fosse conciliabile con la figura di Cristo senza almeno tentare di confrontare i tempi e le circostanze, senza almeno prendere in considerazione il cammino fatto dalle scienze umane, senza neppure un poco riflettere su quante erano le proibizioni contemporanee agli strali sull’omosessualità, considerate depravazioni che oggi vengono tranquillamente considerate superate.

Cercò di contenere la sua indignazione, ma non ci riuscì del tutto:

 

“Nella maggior parte dei casi il gay non è un depravato, è in ogni caso è una questione che riguarda soltanto lui e caso mai Dio! Evangelicamente depravati sono coloro che li condannano senza neppure informarsi con un minimo di serietà, come se condannare fosse una virtù!

 

Simona pronunciò tutte queste frasi con durezza. Se ne dispiacque interiormente, sapeva a memoria quello che ne sarebbe seguito. Un’arma in più in mano a Manuela per parlarle male alle spalle. Rispose Manuela scandalizzata:

“Rimango senza parola, è dire che tu sei laureata in teologia, sai benissimo che la Bibbia condanna le pratiche omosessuali…

“Manuela, io ti ho risposto con durezza, ho sbagliato e me ne scuso, ma permettimi di spiegarmi. Vedi, la laurea in teologia che per te aumenta la mia colpa, è proprio la causa prima della mia indignazione verso chi tratta con approssimazione il tema omosessualità.

“Cosa vuoi dire?

“Il problema riguarda migliaia di esseri umani, i quali comunque la si metta, vivono un dramma lacerante…Parlarne con sufficienza è per me moralmente criminale. Voglio anche dire che lo studio della teologia è certo studio della Bibbia che non è il manuale dell’auto, ma anche il racconto della storia di un popolo che Dio ispira ma non crea e nella quale si inserisce per annunciare e realizzare un progetto di salvezza.

La teologia aiuta a distinguere, anche se non sempre è possibile, il reale volere di Dio dalle pratiche umane.

È complicato quello che dici

“Si, è molto complicato

“Allora, bisogna essere tutti laureati in teologia per capire la Bibbia?

“No di certo, anche perché non tutti i laureati in teologia la pensano allo stesso modo.

“E allora?

“Allora tutto è relativo, ma è necessario accettare il progetto divino che la Bibbia persegue e che prevede la comunità organizzata che dialoga fraternamente per crescere nel’ascolto umile delle figure predisposte alla guida delle comunità…

“Allora ciò vuol dire che gli ignoranti devono accettare tutto ciò che viene da parte di chi comanda?

“No, Manuela, io non ho detto questo…Non ho mai detto che devono accettare…Ho detto che devono ascoltare, comprendere…Poi accetteranno ciò che li convince…Ascoltare Manuela, ascoltare…Non da parte di chi comanda, poiché evangelicamente non deve comandare nessuno…Ascoltare da parte di chi è preposto alla guida…

Manuela capì assai poco di ciò che Simona disse e Simona capì che era venuta meno, almeno in parte al suo ruolo, ma erano arrivati davanti alla palazzina nella quale entrambe abitavano, e Simona aveva cose urgenti da fare. Cercò di recuperare:

 

“Manuela, se vuoi ascoltarmi, vieni a casa mia sabato pomeriggio, sono libera, dammi la possibilità di spiegarmi…

Manuela non capì granché, ma era di animo affettuoso e poi riteneva che Simona fosse una grande amica. Rispose abbracciandola:” A sabato pomeriggio!

 

 

Si erano dati appuntamento alle 16,00, ma Manuela arrivò con un quarto d’ora d’anticipo. Simona era però già pronta; stava affettando una torta di mele preparata per l’occasione. Si abbracciarono con affetto. Manuela si scusò dell’anticipo e chiese se poteva vedere Renatino, il figlio disabile di Anna. Renatino l’accolse con un abbraccio infinito, Manuela pianse.

 

“Eccezionale come sempre la tua torta- disse Manuela sorseggiando il suo The- Bene, voglio proprio capire.

“Mi fa piacere-rispose Simona sorridente.

“Vorrei però che tu mi rispondessi chiaramente: I pastori che addirittura sposano gli omosessuali considerano ancora la Bibbia ispirata da Dio?

“No, Manuela. Una casa si costruisce dalle fondamenta non dal tetto. Tu vuoi subito le conclusioni. Prima di una qualunque conclusione è necessario un percorso di ricerca. Ci vuole tempo. Se vuoi lo facciamo, altrimenti onoriamo il nostro incontro onorando ancora questa torta di mele che, tra l’altro, mi hai insegnata tu.

“Va bene, comincia a spiegarmi allora.

“Per avere una posizione seria sull’argomento, è necessario riflettere su tre fatti che gli sono correlati:

 

Fatto numero 1.  La maggior parte degli omosessuali non sceglie di diventarlo

 

“La maggior parte degli omosessuali non sceglie di diventarlo; ad un certo momento della sua vita si accorge di vivere una condizione di diversità. È attratto da soggetti del suo stesso sesso. Come l’etero si accorge di amare pazzamente.

Ne ho conosciuti che hanno tentato mille vie per uscire dalla loro condizione senza riuscirvi. Ne ho conosciuti che si sono suicidati per questo.

L’omosessuale spesso, vive secondo la sua natura, la natura che sente di avere, l’unica che ha. La depravazione è una scelta contro natura.

Certamente la condizione omosessuale non è prevista nel quadro della creazione che ci fornisce la genesi ma quante delle condizioni che noi oggi viviamo con realismo non appartengono a quel quadro?

Possiamo chiamare depravato chi non è riuscito a essere “una sola carne”?

 

Fatto numero 2 Le proibizioni bibliche  sono incarnate in una storia

 

Le proibizioni bibliche vengono create nella storia di un popolo lontano da noi minimo duemila anni, ma anche oltre tremila.

Molte di quelle proibizioni renderebbero aberrante e depravato colui che si proponesse di inserirle nelle legislazioni attuali.

Dalla lettera dei testi parrebbero essere tutte state date da Dio, sta alla riflessione teologica studiarle in profondità e cercare di stabilirne la complessa attribuzione.

 

Se per  Le 18:22   avere relazioni carnali con un uomo come si hanno con una donna: è cosa abominevole.

Altrettanto”Abominevole” non è sterminare un popolo intero compresi donne e bambini, ma  “portarsi a casa” qualcosa che è stata sottratto allo sterminio totale, magari un bambino o una donna:

De 7:26 Non introdurrai cosa abominevole in casa tua, perché saresti votato allo sterminio come quella cosa; dovrai detestarla e aborrirla, perché è cosa votata allo sterminio.

 

Allo stesso tempo era considerato abominevole o profanatore che una persona con difetti fisici potesse servire nel Santuario:  Le 21:23 Non si avvicinerà alla cortina, e non si avvicinerà all’altare, perché ha una deformità. Non profanerà i miei luoghi santi, perché io sono il SIGNORE che li santifico”».

Ma nella stessa categoria rientrava un marito che riaccogliesse la moglie che aveva ripudiata:

De 24:4 il primo marito, che l’aveva mandata via, non potrà riprenderla in moglie, dopo che lei è stata contaminata, poiché sarebbe cosa abominevole agli occhi del SIGNORE

Nella categoria dell’abominevole rientravano anche coloro che mangiavano cibi impuri (Lev.11:12,41), Gli scultori e i pittori (Deut. 27:5), Gli estranei che si fossero avvicinati al Santuario (Nu 1:51), i trasgressori del sabato (Eso 31:14 ), i proselitisti (Deut.13).

Tutti i soggetti elencati più altri similari al pari di chi praticava l’omosessualità dovevano essere messi a morte.

 

La maggior parte dei credenti che inorridiscono davanti all’abominio profanatore dell’omosessualità e che si oppongono alla concessione dei diritti civili agli omosessuali, mai si sognerebbero di negare i diritti civili a chi riaccoglie la moglie che ha lasciato, a chi mangia il capitone o il salame, a chi trasgredisce il sabato, a chi serve l’eucarestia pur essendo storpio, a chi predica il buddismo…Per diritti civili, nello specifico intendo, che la legislazione consenta di mangiare il salame, di lavorare di sabato, di predicare il buddismo…

Di distinguere quindi le leggi dello stato, che riguardano la tutela della vita e della libertà di ogni individuo, l’oculata amministrazione delle cose di tutti, da quelle della chiesa che comprendono la valorizzazione, la testimonianza di un progetto spirituale adottato per convinzione personale e proposto liberamente. Le due cose non sono sempre facilmente separabili, ma lo sono nella maggior parte dei casi.

 

“Portami degli esempi- disse Manuela che stranamente ascoltava.

“Ne scelgo due prendendoli dai 10 comandamenti.  “Non rubare” è un principio, un valore universale che non può che riguardare tutti i componenti di una famiglia umana e quindi non può che avere posto nelle leggi dello stato. Chi ruba interferisce con la vita degli altri, sottrae al prossimo o alla collettività il frutto del lavoro altrui. Essere liberi non può significare liberà di attentare alla vita degli altri così come “Non uccidere, “Non dir falsa testimonianza…Appartengono alla categoria delle leggi necessarie ad una società civile per potere vivere in pace.

 

“Non farti immagine alcuna” invece, al pari di non avere un unico Dio, o celebrarlo il sabato, nominarlo o meno invano, appartengono alla visione personale di Dio e non sono necessari alla vivibilità sociale.

 

“Vuoi dire allora che la sana dottrina non ha a che fare con l’esistere collettivo?

“Tutto quello che facciamo ha a che vedere con il benessere o il malessere dell’esistenza collettiva…Ma la storia ha dimostrato senza ombra di dubbio che quando i valori religiosi diventano leggi dello stato muore la creatività che ci accomuna a Dio, l’autenticità, la fantasia, la libertà, e la società diventa intollerante e violenta.

“Allora, se capisco bene, tu vuoi dire, che la pratica omosessuale appartiene al privato, alle libertà personali…Come l’osservanza del sabato o l’adorazione di un solo Dio…

“Esattamente…Il vicino di casa è un buon vicino non perché osserva il sabato (il che è per me auspicabile), ma soprattutto se è gentile, educato, accogliente, onesto, rispettoso, attento alle esigenze condominiali…

Manuela, in un momento raro di ascolto scoppiò in lacrime;

 

“Allora non è vero che tutta la Bibbia sia stata ispirata da Dio?

“Ma certo Manuela che tutta la Bibbia è ispirata da Dio. Si tratta solo di stabilire cosa si intende per ispirazione?  Ispirare non significa che Iddio parli sostituendosi all’uomo, ma che realizza una collaborazione con l’uomo che opera nella storia. Nella Bibbia non c’è solo Dio, ma anche l’uomo.

“Ma non diciamo che la Bibbia è Parola di Dio?

“E’ un modo di dire bello, io preferisco dire che la Bibbia contiene la Parola di Dio, che essa ne è piena, ma come l’oro in una miniera che va scavato, separata dall’umano. Non come quello già bello e pronto dei forzieri della Banca d’Italia.

 

La Bibbia inizia raccontando la creazione originaria, la caduta nel peccato e termina con Dio che riporta la sua creazione al fulgore originario Tra i due eventi c’è un percorso educativo nel quale Dio si inserisce nella storia dell’uomo, non la crea.

 

Le proibizioni bibliche si inquadrano in una cornice assolutamente umana, la storia del popolo eletto…Creata, ma forse meglio, accettata da Dio, fatta di umanità decaduta verso la verità ultima e salvifica che sarà poi Gesù Cristo, amore totale e totale misericordia.

 

Le proibizioni bibliche sono state date nell’ambito di uno stato integralista, autoritario che non faceva nessuna distinzione tra lo Stato e la Chiesa. Israele era una Chiesa-Stato dove non esisteva nessuna distinzione tra leggi religiose e leggi civili.

Gesù Cristo fonda la chiesa che viene distinta nettamente dalla Stato. Gesù chiama a se le singole persone non gli stati e ispira la chiesa chiamata a vivere all’interno degli stati del mondo.

La chiesa è un’isola di libertà, è formata di persone che hanno scelto liberamente.

Quando questa distinzione è stata dimenticata sono venute le aberrazioni medievali. E’ venuto l’ISIS.

La nostra comunità, sin dalla sua nascita ha perseguito l’ideale della netta separazione della chiesa dallo stato.

 

“ E allora la chiesa come deve comportarsi verso la pratica omosessuale?

“Per me deve avere lo stesso comportamento che dovrebbe avere verso il divorzio.

“Cioè?

“In primo luogo deve inserirlo, come la nostra chiesa ufficialmente fa, nel novero delle situazioni che riguardano milioni di esseri umani, come situazione seria, complessa, che è spesso dolore e dramma. Deve educare a togliere il tema omosessualità dalla barzelletta e dal giudizio sommario e sostenere le leggi che lasciano quella scelta alla libertà individuale non negando alcun diritto ai soggetti coinvolti

“E quando gli omosessuali sono membri di chiesa?

“Deve comportarsi con loro secondo la visione teologica alla quale come comunità è arrivata: lasciando aperto lo spazio al miglioramento di quella comprensione. Solo Dio è perfetto.

“Cosa c’entra la barzelletta?

“Spero più niente, ma io, che ho pur frequentato le scuole della denominazione, per lungo tempo non mi sono occupato di capire il mondo omosessuale che per me esisteva solo nelle barzellette e nella condanna sommaria.

“E cosa vuol dire: “Lasciare spazio al miglioramento di quella comprensione?

“Vuol dire ascoltare senza scandalizzarsi chi studiando la stessa Bibbia è arrivato ad una visione diversa. Questo atteggiamento la nostra comunità lo ha avuto su molti temi. Sulla pubblicazione del Manuale di chiesa ad esempio: proposto nel 1905, l’Assemblea Generale ha votato contro e ha continuato a discutere sino al 1932 anno in cui il Manuale è stato pubblicato.

 

Il marito di Simona entrò in salotto chiedendo scusa. Disse a Simona che stava uscendo, ma anche la necessità di andare a denunciare la perdita del portafoglio. Simona rispose che ci sarebbe andata non appena terminato il colloquio con Manuela.

“Ma hai perso il portafoglio?

“Si, quel mattino quando uscimmo dalla banca, ricordi?

Suona il campanello

“Scusa Manuela, vado ad aprire, vuoi vedere che mio marito ha dimenticato le chiavi della macchina?

“Vengo anch’io che si è fatto tardi.

Manuela aprì la porta e si trovò di fronte un carabiniere con il suo portafoglio in mano.

Il carabiniere spiegò che un signore lo aveva trovato e portato in caserma.

Simona ringraziò, lo prese nervosamente tra le mani…C’era tutto compresi 300 euro che aveva prelevati un’ora prima al Bancomat.

“grazie a Dio-Venne da esclamare a Simona.

“Grazie a un Signore onesto-chiosò il carabiniere. Poi su sua richiesta descrisse il signore onesto. Il carabiniere salutò e andò via.

Simona e Manuela si guardarono in faccia. Il ritratto che ne aveva fatto l’agente corrispondeva perfettamente all’omosessuale da cui era nato il loro lungo e sofferto dialogo. Manuela, istintivamente:


“Ma allora, sono migliori degli altri?

“Non esagerare Manuela, ne abbiamo trovato uno onesto come avremmo potuto trovarlo tra gli eteri. Gli omosessuali non sono fatti di una pasta diversa da ogni umano. Un integralista mussulmano però lo condannerebbe a morte, come avrebbe fatto con Michelangelo e Leonardo da Vinci…Quasi certamente omosessuali.

 

Qui puoi scaricare il racconto in formato Word

Quel tizio è un depravato