Grande fine settimana Firenze

 

Grande fine settimana a Firenze

La vita non è sempre tenera anche quando si hanno intenzioni belle o addirittura si fanno cose lodevoli. La vita è assai complicata, spesso. Qualche volta però ci premia e ci regala meravigliose emozioni che ci fanno pensare a quello che potrebbe essere se l’uomo fosse migliore e quanto perdiamo del tempo che inesorabilmente muore. Ma anche a quello che sarà nel regno di pace che Gesù ha promesso.
Il mio felice fine settimana inizia venerdì mattina nella sede della RVS . Sono ospite della trasmissione Violissima condotta dal giornalista della Nazione Davide Papini e dal giornalista RVS d’assalto Claudio Coppini. Si tratta solo apparentemente di una trasmissione tifosa. In realtà è iniziativa ambiziosa che utilizza lo sport come pretesto per parlare di valori come la lealtà, la sportività, il senso della legalità.
Il momento è emozionante poiché è ospite in studio uno dei più straordinari calciatori di ogni tempo. Forse la migliore ala destra di sempre: Kurt Hamrin.
Uccellino arimme come lo chiamavano a Firenze è forse nel mondo meno calcolato di Garrincia o di Best e non compare nella classifica ( sempre assai arbitraria come tutte le classifiche di questo tipo) dei migliori cento di ogni tempo compilata nel 1999 dalla rivista Wordl Soccer.
Ma io credo che Kurt Hamrin in una classifica del genere possa star dietro soltanto a Pelè, Di Stefano, Maradona, Puskas e forse Cristiano Ronaldo. Agli altri è pari a tutti se non superiore.
Kurt Hamrin è meno noto nel mondo per tre motivi: è stato sempre un giocatore corretto, leale, con una famiglia normale. Cinque figli e una sola compagna con cui a breve festeggerà in Svezia sessanta anni di matrimonio. Grazie a Dio non è mai diventato un personaggio da rotocalchi cretini. Ha giocato in una squadra di provincia come la Fiorentina che ha vinto assai poco. Avesse giocato nella Iuve o meglio nel Milan sarebbe entrato nella leggenda mondiale. Il suo era un gioco essenziale, scarno, di estrema razionalità e concretezza. Avesse avuto alla spalle una grande avrebbe segnato caterve di gol in più e nel mondo.
Prova ne sia che nel 1967, all’età di trentatré anni (In quel tempo un calciatore a quell’età era già finito) passò al Milan con il quale vinse in un paio di anni lo scudetto, la Coppa delle Coppe con due suoi gol nella finale e la Coppa dei Campioni l’anno seguente, quando marcò il secondo gol che permise alla squadra di vincere la semifinale d’andata contro il Manchester United (campione in carica) per 2-0.
Proprio quei due gol segnati in finale all’Amburgo che si possono vedere su You Tube raccontano la grandezza tecnica di Hamrin che nel secondo inanella due tunnel saltando i difensori tedeschi come birilli ed infila la porta con estrema naturalezza.
Un gol da cineteca universale è certamente anche quello che segnò lla Germania del 1958 portando la sua piccola Svezia in finale mondiale. Riceve palla decentrato a venti metri dalla porta. Pare si fermi per far passare il tempo, poi scatta improvviso e sul filo della linea di fondo salta i difensori, con una facilità che solo a chi non capisce di calcio pare normale, per chiudere con un tiro tra palo e portiere il conto con la corazzata tedesca.
Da adolescente a Villa Aurora andai ad incontrarlo per intervistarlo al Franchi dopo un allenamento. Dall’emozione_Firenze CT17VillaAuroraViaggiatoreFirenzeCT7_FirenzeCT5 non riuscii a porgli alcuna domanda.
Ora è li accanto a me. Non è cambiato nel porgersi nobile e gentile. Di poche parole, essenziale e concreto come lo era nei campi di calcio. Grazie ancora uccellino arimme.

La mattina del sabato ho la gioia di incontrare la comunità di Firenze che mi ricolma di affetto. Ho vissuto diciotto anni assieme a loro. Mi accorgo che non ricordano soprattutto i limiti.

Pomeriggio nella sala delle conferenze Vittorio Fantoni, Anna e Alessio del Fante, il prof. Marco Ricca, Dora Bognandi…Presentano a fratelli e amici con competenza e commozione il mio “Cieli Tamarri. La Comunione dei numeri ultimi. Mi convincono che ho scritto un bel libro! Grazie. Timoteo Verona legge da par suo uno dei racconti: I picciuliddi tenini friddu (I bambini hanno freddo) che rivivo come se l’avesse scritto un altro. Una bella lettura è una vera e propria riedizione

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