Giusy, la nave dei libri e i Malavoglia

 
Pioviggina a Catania mentre scendo dall’aero ma, il tempo di recuperare i bagagli e dirigermi all’uscita che le grandi compatti nuvole grigie sono già immensi cumuli di panna e dischiudono squarci di tenero azzurro.

Appena nella’auto dell’amico suona il telefonino.
– Ciao Rolando , sono Giusy!
– Giusy chi?
– Giusy Bell’uomo. La nave dei libri ricordi? Ho comperato la tua trilogia assieme ad Anna. Saremo felici di rivederti. So che in questo momento sei a Catania?
– E come fai a saperlo?
– Anna ha sentito del tuo annuncio su Facebook!
– Ah già. Mi farebbe molto piacere ma sino a sabato sono impegnato ogni giorno a San Michele di Ganzaria e Piazza Armerina per delle Conferenze.
– E non puoi trovare un momento? No, non ce la fai? Peccato, avremmo veramente piacere di incontrarti. I tuoi romanzi ci hanno appassionato!

– Anch’io, siete molto simpatiche ma proprio non posso… A meno che non siate libere domenica… Ho l’aereo alle 17,40 ma posso liberarmi per la mattinata.
– Sarebbe splendido, verresti con noi ad uno straordinario evento che si svolge sul lido dei Ciclopi, la spiaggia dei Malavoglia.

I Malavoglia, che emozione la prima grande lettura della mia vita Quel capolavoro universale che può essere per chiunque e per pochi spiccioli uno straordinaria full immersion nella la poesia a riscoprire le nostre radici, la nostra anima autentica che la volgarità dei tempi di emissioni demenziali e di libercoli stupidi tentano di distruggere come veleni lenti.

Incontro Giusy alla dieci di mattina e inizia una indimenticabile domenica di luce, di mare, di gente dalla schiena diritta che non si piega alla patologia mafiosa..

In macchina Giusy mi racconta:

“Il mito narra che dalla spiaggia di Acitrezza ed Acicastello, il mare dei Malavoglia, Ulisse fosse sfuggito a Polifemo scansando i massi che il ciclope scagliò sul mare dalla collina e che si impiantarono a poche decine di metri dal bagnasciuga diventando i meravigliosi faraglioni lavici che oggi splendono d’ebano al sole di Acitrezza e di Acicastello.

isola_dei_ciclopi_acitrezza_nOra ci rechiamo al lido dei Ciclopi, un luogo magico, il mio mare.
Ai primi del novecento, il Prof. Ernesto Guarnaccia, un appassionato di botanica, costruì poco lontano dalla riva la sua residenza estiva e trasformò l’uliveto dello scosceso pendio confinante con il mare in uno straordinario giardino botanico. Fu un lavoro non da poco che richiese il trasporto di notevoli quantitativi di substrato, terrapieni, muri a secco, riporti di terreno.
La residenza e il giardino furono e restano ancora oggi un unicum soprattutto in rapporto allo splendido scenario in cui sono inseriti: nel golfo di Aci Castello tra la veduta del castello normanno e quella dei Ciclopi e dell’isola Lachea.
Il lido dei Ciclopi può esser essere assimilato ad un pregiato giardino storico,d’acclimatazione, una tipologia di giardino in auge alla fine dell’ l’800 e gli inizi del 900, anni in cui si può datare l’impianto che fu realizzato con il contributo degli orti botanici di Catania e di Palermo..
Le specie presenti fanno del giardino un importante serbatoio di biodiversità. Tra queste spiccano per importanza diverse piante da ammirare e tutelare.
In particolare numerose sono le palme: dalle palme a ventaglio centro-nordamericane a quelle con fronda pennata sudamericane, alle palme himalaiane, oltre al più familiare genere
Phoenix, che comprende specie mediterranee, asiatiche ed africane, fra cui la palma da datteri e la palma delle Canarie. Fra queste anche specie rare quali la palma canna di bambù , la Kentia e la nostra palma nana. Ma anche spledidi esemplari di oleandri a fiori doppi, tamerici, eritrine, chorisie, Schinus molle .
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Il Giardino del Lido dei Ciclopi ha un quid in più rispetto ad un qualsiasi altro giardino: la sua peculiare posizione, in rapporto allo splendido scenario in cui è inserito, nel golfo di Aci Castello tra la veduta del castello normanno e quella dei Ciclopi e dell’isola Lachea, che ne fa un unicum.
Questo straordinario luogo, patrimonio di ogni siciliano era caduto nelle grinfie della mafia.”
Finalmente sul luogo, Giusy mi guida in questo straordinario gioiello in una cornice di onde,di cieli, di scogli unici al mondo che ospita un’eccellente stabilimento balneare. Il mare è mosso è ha il colore nero del sangue di giuda evocato dai Malavoglia che splende d’ebano fuso sfidato dal sole..

Entriamo in una sala dell’albergo. E gremita da circa 200 persone appassionate, eleganti e colte.. La cerimonia è stata allestita per un quadruplice momento di gioia non effimera:

-Si festeggia il bene strappato alla mafia e restituito alla città;
-Si gioisce che l’azienda ad esso collegato è in attivo;
– Si prende atto che il bene ha ricevuto le stigmate di patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco sottraendolo per sempre ad ogni tipo di speculazione;
– Si premia con una targa, e un concerto da parte di una giovanissima e talentuosa violoncellista, il dottor Giuseppe Giuffrida che è il locomotore in questa straordinaria impresa.

Anima della manifestazione la delegata dell’UNESCO Dr.ssa Iolanda Scelfo, una giornalista, una nobile signora d’altri tempi dall’eloquio pacato ma sicuro e appassionato.

Esco dall’incontro commosso e affascinato. Nelle terre di mafie vi sono anime in lotta, come Ulisse, determinate a consumare la loro passione civile per sconfiggere i Polifemi dell’oggi che di occhi ne hanno mille e più.

AcitrezzaGiusi mi porta a pranzo dall’amica Anna Maria, pranziamo in un attico da cui si vede il mare dei Malavoglia e l’Etna innevata. Il soggiorno è pieno di libri sparsi un po’ ovunque. Mi riempio il cuore di affetto e di luce.
Giusy mi accompagna all’aereo, Sento la gioia di tornare a casa e, come accadeva a Visconti, il piacere del libro che mi aspetta. Stavolta è l’Oscar Mondadori “I Malavoglia”che pagai 350 lire quaranta anni fa e che mi consentirà di rivedere eternamente vivo il mare di Acitrezza, la “Providenza” sul bagnasciuga, e Bastiano, patron Ntonie, la casa del nespolo.

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