Il terzo treno

 


copertina de «Il terzo treno»

Edizioni Ponte Vecchio 2011
pag.318

Il romanzo Il Terzo Treno. Dal Colognati, da Villa Aurora, inizia dove terminava Il Viaggiatore che a sua volta comincia da dove terminava Il Mulino sul Colognati.

La trilogia è quindi un unico racconto che, di una esperienza di vita, costituisce un triplice affresco ispirato al mondo dell’infanzia il primo, della gioventù il secondo, della maturità il terzo. I tre romanzi sono stati però costruiti per potere essere letti in maniera autonoma l’uno dagli altri.

La nota a introduzione de Il Viaggiatore si concludeva con l’idea che il terzo racconto, questo appunto, avrebbe affrontato letterariamente il tempo della maturità sino alla vecchia e alla morte. Come però accade sempre ai narratori, è assai difficile progettare ciò che si scriverà prima che la scrittura avvenga. Quando si scrive un romanzo si sa da dove si parte ma mai dove si approda poiché il racconto che sgorga dalla fantasia, pare sia li ad aspettarti, e poi segue il suo corso incurante del progetto iniziale. L’idea di un racconto è solamente un seme misterioso che muore ed esplode di vita verso frutti sconosciuti. E’ il racconto che guida l’autore, non il contrario o, almeno, a me così è accaduto per ognuno dei volumi di questa trilogia.
Un prossimo volume che inizi dove termina questo non è nei miei programmi. Sento di poterlo escludere al novantanove per cento. Lascio un piccolissimo spazio di incertezza ma, credo, insignificante. Scriverò ancora romanzi, sino a quando Dio mi concederà di vivere. Ma questo racconto è concluso.
Quello di fermarmi qui è dovuto a fattori seri:
a – Tutto quello che sentivo di comunicare, attraverso un romanzo di ispirazione autobiografica, l’ho completamente espresso in questa trilogia.
A – Vorrei fosse assolutamente chiaro, anche proprio fermandomi qui, che questi miei lavori sono dei romanzi non una mia autobiografia e neppure sono la storia, pur parziale, della comunità di fede alla quale ho aderito. I lettori che mi conoscono, rimangono a volte assai delusi, quando dico loro che certi eventi non hanno mai avuto luogo nella mia esperienza; che certi personaggi non sono mai esistiti; e che, ho scritto dei romanzi e in nessuna maniera un’autobiografia. Ho scelto il racconto in prima persona e il ricorso a spunti dal mio vissuto unicamente perché così ho sentito di fare e forse perché tutto ciò ha facilitato ciò che volevo dire. Se proseguissi il racconto, sento che correrei il rischio dell’autobiografia ed è un rischio che non mi sento di correre.
La forma romanzo, quando si vuole comunicare qualcosa, è una forma assai più ricca di qualunque altra forma letteraria (dall’autobiografia alla saggistica) poiché permette di scegliere, di accorpare, di sistemare lo spazio e il tempo in funzione della sostanza che si vuole comunicare. I miei romanzi contengono tutte cose vere e avvenute però in tempi, luoghi , persone tra loro distanti; in spazi vicini ma anche assai lontani dalla mia esperienza. Racconto normalmente cose avvenute, da qualche parte e nelle comunità di fede. Nessun personaggio dei miei romanzi è esistito così com’è raccontato. A volte un personaggio ne assomma più d’uno vissuto in spazi e tempi diversi e distanti. Essi sono sempre metafore letterarie soltanto ispirati a uno o più personaggi e fatti esistiti.
Vorrei di tutto cuore ringraziare:

– I lettori numerosi che non solo hanno letto i miei racconti ma hanno anche sentito il bisogno di ringraziarmi con lettere, telefonate, parole e gesti belli il cui culmine è stato raggiunto dall’avvocato Oreste Papa che per dialogare su Il Viaggiatore mi ha fatto una proposta accettata con immediato entusiasmo di vivere un fine settimana assieme e che felicemente abbiamo vissuto con le rispettive compagne a Quorle di Poppi: un angolo di Colognati che ho avuto la grazia di poter creare in Casentino;

– L’editore Ferrari per avere subito creduto nelle mie pagine investendo di persona;

– Gli intellettuali, i giornalisti che hanno presentato il mio lavoro in numerose città italiane: Giuseppe Marchetti Tricamo, Gennaro Oriolo, Melo Freni, Enzo Romeo, Andrea Brigliadori, Pietro Caruso, Rosanna Ricci, Giulia Fresca, Gennaro Mercogliano, Pierantonio Zavatti, Don Erio Castellucci, Silvana Gabiccini, Franca Di Lecce, Andrea Lombardinilo, Paolo Bozzacchi, Salvatore Vilardo, Cataldo Russo, Mimmo Spina, Maria Cristina Parise, Mario Massoni, Francesco Filareto, Claudia Giacometti, Silvio Fronzoni.

– Mia moglie e mia figlia, la porzione generosa d’amore che immeritatamente ho ricevuto dalla vita.

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